È vero, Pane Vino e San Daniele è arrivato a Venezia solo agli inizi degli anni Duemila. Cosa c’è quindi di così storico? Facciamo un passo indietro. Che tu ci conosca già oppure no – nel caso, piacere nostro! – siamo un’osteria che da circa vent’anni ha trovato casa negli spazi di un’altra osteria. Con un passato ben più lungo del nostro, di cui però abbiamo conservato come potevamo sia la forma che la sostanza. E il calore, quello che ci contraddistingue e che non manca mai. Prima di parlare delle origini dell’osteria, facciamo una breve digressione. Ha a che fare con l’arte dei bottèri, cioè dei costruttori di botti, tini e bottiglie ai tempi della Serenissima. All’epoca questi artigiani avevano una propria Scuola di fronte alla chiesa dei Gesuiti, nel sestiere di Cannaregio. Una lapide con inciso l’anno 1290 ne testimonia la storicità. Tuttavia le loro botteghe avevano sede da tutt’altra parte, in una via precisa – o, come diciamo a Venezia, in una calle. Ci spostiamo quindi nelle vicinanze di Rialto, a San Polo, dove molti di quei bottiglieri esercitavano già a partire dal XIII secolo. Un’usanza curiosa voleva che i botteri lavorassero gratuitamente per il doge, in cambio di cerchi e cibarie. Le botti potevano essere sia da olio che da vino e, a seconda delle dimensioni, venivano impiegati diversi tipi di legno. Tutto questo succedeva in calle dei Botteri, appunto. Ed è proprio qui, in questa calle dall’antica tradizione commerciale, che nel secolo scorso nasce l’osteria Agli Amici. I primi documenti a testimonianza di un’attività commerciale a questo civico risalgono al 1950. Già in quell’anno esisteva l’osteria Agli Amici – rimasta tale fino al 2003, quando è diventata Pane Vino e San Daniele. Con la sua lunga tradizione era ritrovo di molti veneziani, della zona e non. Si mangiava, si beveva ma soprattutto si stava bene, proprio come adesso. Tra gli avventori dell’epoca c’è chi ricorda come questa osteria, o trattoria, fosse un punto di incontro per svagarsi e passare il pomeriggio in modo diverso. Un bicchiere di vino, una partita a carte, quattro chiacchiere in compagnia e, dagli anni ‘50 in poi, anche la televisione per guardare programmi di intrattenimento come il carosello. Da queste parti era l’unico locale ad averla. Alcune foto di archivio raffigurano il plateatico della trattoria, caratterizzato ai tempi da grandi vasi di piante. Del 1980 è l’immagine inserita nel libro “Osterie a Venezia” di Agostinetti, Catullo e Lagomarsino, pubblicato nel 1992. Qui sono raccolte testimonianze e fotografie, scattate in anni precedenti, delle storiche osterie veneziane. Tra queste compare anche Agli Amici. In tutti questi anni abbiamo cercato di preservare il più possibile l’anima dell’osteria, a iniziare dagli interni. Lo stile, la disposizione dell’arredo: nel complesso, tutto è rimasto pressoché uguale. Giusto il retrobottega è un po’ cambiato, così come i dettagli alle pareti e quei ninnoli che abbiamo messo qua e là per un tocco più personale. Il legno che l’ha sempre caratterizzato, come nelle classiche osterie di Venezia, continua a farlo ancora oggi. Puoi ritrovarlo ovunque: nei tavoli e nelle sedute, nelle travi a vista, nel lungo bancone all’ingresso. C’è però un altro particolare del ristorante che non passa inosservato. È un’incisione. Se guardi bene a terra, sui pavimenti alla veneziana, puoi vedere un numero, o meglio una data: 1928. È il segno di un passato che forse precede persino la trattoria, chissà. Un passato che rimane sempre lì, in bella vista, alla portata di tutti. La nostra storia veneziana che non vogliamo mai smettere di raccontare. Che ne dici, vieni a scoprirla insieme a noi? Usa il modulo qui sotto per prenotare o per chiederci qualsiasi cosa ti venga in mente, ti risponderemo al più presto. Usa il modulo qui sotto per prenotare o per chiederci qualsiasi cosa ti venga in mente, ti risponderemo al più presto. L’arte dei botteri e la loro scuola
La trattoria Agli Amici
“In osteria si mangiava, si beveva, si stava bene.”
Dal 2003 a oggi
Contattaci
Invia un messaggio
Contattaci
Invia un messaggio
